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La Via Francigena

La Tappa
Belgioioso e Corteolona
Santa Cristina e Bissone SCE CRISTINE (XL)
San Colombano al Lambro e Orio Litta
Corte Sant’Andrea e il traghetto del Po SCE ANDREA (XXXIX)

Fra risaie e pioppeti
A circa 7 km da Pavia, la strada romana corre verso est, parallela al corso del Po, fino al fiume Lambro – transitiamo per Motta San Damiano e Valle Salimbene, fra risaie e filari di pioppi caratteristiche colture della zona dove esiste un castello del ‘400. Passando a nord di Linarolo giungiamo a Belgioioso, un Paese agricolo di oltre 5.000 abitanti, dominato dall’enorme castello dei Visconti, dove venne tenuto prigioniero Francesco A circa 3 km a sud-ovest di Belgioioso, verso il Po, si trova la chiesa di età romanica di San Giacomo della Cerreta, il cui oratorio fu annesso a un ospizio per i pellegrini. Passato il ponte sull’Olona transitiamo per Corteolona, località molto importante in epoca carolingia, quando fu curtis regia con il monastero di Sant’Anastasio, con residenza imperiale.

Santa Cristina e Bissone
Fatti 2 km arriviamo a Santa Cristina, la SCE CRISTINE (XL) di Sigerico, oggi piccolo centro agricolo di poco meno di 2.000 abitanti, sede dei comuni di Santa Cristina e Bissone. Oltre all’ostello dove probabilmente deve aver pernottato Sigerico, vi esisteva un’abbazia, dove, sostò anche Corradino di Svevia. A Bissone sorge un altro castello dei Visconti. A Bissone è stato rinvenuto un cimitero dell’età del Bronzo.

San Colombano al Lambro e Orio Litta
Sorge 3 km a nord di Chignolo Po (castello dei Cusani Visconti) San Colombano al Lambroche prende il nome dal pellegrino irlandese che, partito dalla lontana Bangor, all’inizio del VII sec. venne a fondare in questa zona il grande monastero di Bobbio. Visitate il borgo medievale, il castello e la villa, dove esiste fra l’altro un importante Museo della Civiltà Contadina. Il piccolo centro agricolo di Orio Litta è dominato dalla grandiosa sagoma della settecentesca Villa Litta (oggi Colombo), ornata da belle cancellate e statue.

Corte San’Andrea e il traghetto del Po
Dopo Orio Litta la stradella dell’argine del Po ci porta a Corte Sant’Andrea, sicuramente identificata con la SCE ANDREA (XXXIX) di Sigerico. Oggi solo la chiesa e il portale d’ingresso alla corte – recentemente restituito al suo splendore ottocentesco – hanno caratteri suggestivi. Nulla oggi fa pensare che all’epoca di Sigerico a Corte Sant’Andrea esistesse un insediamento, perciò il turista attuale rimarrà piacevolmente sorpreso nel constatare che l’Osteria Corona offre al viaggiatore della Via Francigena la calda accoglienza che può offrire solo questa gente genuinamente cordiale della Bassa Padana. Qui, in un ambiente d’altri tempi, fuori dal caos, dal conformismo e dalle influenze d’oltreoceano, si possono gustare le delizie di un’arte culinaria antica, in assenza persino di un televisore. Mille anni orsono i pellegrini e chiunque volesse passare il Po doveva venire a Corte Sant’Andrea. La località situata allora sulla sinistra del fiume Lambro, alla sua confluenza col Po, aveva una chiesa e un’ospizio. Un grande zatterone guidato da lunghe corde traghettava animali, merci, contadini, mercanti e pellegrini sulla sponda piacentina di Calendasco, superando le insidie del grande fiume nel punto più favorevole. Il moderno pellegrino della Via Francigena deve a un singolare personaggio di Senna Lodigiana, Giovanni Favari, il ripristino del traghetto del Po. Nell’anno giubilare 2000 il Comitato accoglienza dei pellegrini insieme alla Pro loco di Orio Litta, hanno consentito a centinaia di pellegrini provenienti da tutta l’Europa settentrionale di ripercorrere l’esatto tragitto di Sigerico.